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Tre parole per dire casa


Video presentazione. Tre sostantivi latini con i loro significati e i termini che ne derivano in lingua italiana

realizzato da: Giacomo Davio della 1A Sc 2019/2020

 

 

Relazione. Il significato delle parole latine "domus", “aedes" e "casa" e il loro esito in italiano

L’italiano, essendo una lingua neolatina, pur avendo subito nel corso del tempo trasformazioni sia dal punto di vista fonetico, quindi dei suoni, sia da quello morfologico, cioè delle categorie e funzioni grammaticali, sia da quello semantico, ovvero del significato, utilizza in gran parte termini di derivazione latina, che provengono, più in particolare, dal volgare, utilizzato nella quotidianità dalle persone comuni, appartenenti ai ceti più bassi e umili della società. 

Questo spiega il fatto che la parola italiana principalmente utilizzata per indicare il luogo in cui si abita, dove si vive con la propria famiglia, sia “casa”, che, diversamente da come la consideriamo oggi, rappresentava una semplice e modesta capanna, una casupola, utilizzata soprattutto dalle persone di campagna. La parola “casa”, in fin dei conti, dà ancora oggi quella sensazione di semplicità e rappresenta al massimo l’idea di unione, che probabilmente caratterizzava maggiormente le famiglie più umili. 

L’abitazione dei più ricchi veniva chiamata, invece, “domus”; il suo esito è “duomo”, intesa come la “casa di Dio”, che ora ha il significato di una chiesa maggiore, la principale e più grande della città. 

Da parole derivate da “domus” provengono anche numerose altre parole come “domestico” (dal latino “domesticus”), propriamente “che appartiene o riguarda la casa”, oppure come “don” e “donna”, rispettivamente le trasformazioni di “dominus” e “domina”, i padroni dell’abitazione. 

“Don” è diventato un titolo che si attribuisce ad un sacerdote cattolico, ma viene anche utilizzato come modo rispettoso per chiamare un nobile o è, come nel Meridione, un appellativo da associare a nomi di persone degne di onore, soprattutto all’interno delle organizzazioni mafiose. 

“Donna”, invece, è un termine che esprimeva in passato un senso di forza e potere: designava infatti una figura autorevole, influente e importante per l’organizzazione della casa e della famiglia, e non solo; “dominare” vuol dire proprio avere il controllo su un “dominio”. Ora il termine ha subito nei principali contesti la nota evoluzione semantica, anche se in qualche accezione conserva tracce dell’antico significato. 

Legata ancora una volta all’ambito religioso è la parola “domenica”, il “giorno del Signore (=dominus)”. 

“Domicilio”, composto di “domus” e del tema di “colere” (= abitare), è un sostantivo appartenente ad un registro lessicale un po’ più alto, ma sta a significare sempre l’abitazione e, in diritto civile, la sede dei propri affari o interessi. 

Insomma, sono veramente tante queste derivazioni: è incredibile come da una sola parola se ne possano creare infinite, componendone anche con altre. 

In latino era inoltre possibile dire “casa” con il termine “aedes” (soprattutto al plurale), che significava anche “sepolcro” (= abitazione del defunto) e “tempio” (= dimora della divinità); di conseguenza, il suo diminutivo “aedicula” può indicare una casa di piccole dimensioni, ma anche un piccolo santuario, una cappelletta, e, più in generale, un organismo architettonico in cui sono presenti le caratteristiche frontali di un tempio classico e che spesso contiene oggetti di importanza religiosa. L’edicola, però, nella lingua italiana corrisponde principalmente al chiosco che vende i giornali: probabilmente è stato chiamato così in seguito alla sua forma a “edicola”. Questa parola può essere considerata l’esito in italiano di “aedes”, pur trattandosi del suo diminutivo. 

Esistono dei termini che discendono da termini derivati da “aedes” come “edificio” (e come anche il verbo “edificare”), composto di “aedes” e del tema di “facere”, che è in generale una costruzione realizzata dall’uomo, nello specifico dagli “edili” o lavoratori dell’”edilizia”, che è il complesso di attività riguardanti appunto la creazione di edifici.

Insomma, come abbiamo potuto notare da questo esempio, costituito dai derivati di tre parole latine che significano “casa”, le parole che noi utilizziamo nella quotidianità sono il frutto di parecchie centinaia di anni di evoluzioni linguistiche, che non si sono mai fermate e che, probabilmente, non lo faranno mai.

 

Scritto da: Angelica Alfano della 1A Sc 2019/2020