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L’idea di morte e i giovani


L’idea di morte e i giovani: rifiuto o consapevolezza?

Nessuno può eludere la morte ed è impossibile non pensarla. Una realtà dolorosa che si tende ad allontanare ma che ritorna con tutta la sua carica emotiva; a maggior ragione, nel momento di massima esplosione della vitalità, ovvero quello dell’adolescenza, in cui il rapporto con la morte diventa estremamente presente, fatto di paure. 

Questo bisogno di superare l’ansia e l’angoscia della morte porta a sfide con essa sempre più estreme. L’adolescente, infatti, sente il forte bisogno di fare esperienze, di scoprire il limite  di rischiare, soprattutto perché questo colma quel vuoto lasciato dalla spensieratezza infantile ormai lontana  e gli permette di liberarsi dall’inquietudine che gli deriva, così come lo aiuta a comprendere quali nuovi confini e potenzialità sono celati dietro a questo ‘nuovo mondo’. 

È faticoso e lento costruire emotivamente o razionalmente un senso attorno al morire, accettare la morte come destino di tutti gli esseri viventi, compresi noi stessi, rendersi conto che l’unica certezza assoluta della vita, dal momento che si nasce, è la propria morte; ma condividere l’esperienza della sofferenza, ritrovandosi insieme come vulnerabili esseri umani, ognuno con il suo percorso di vita, con la propria storia, con i propri sogni infranti, con debolezze e illusioni, sensi di colpa e soddisfazioni, permette di riconoscere la fragilità come fattore di vita non solo da combattere, ma ancor prima, e ancor meglio, da accettare. 

È un meccanismo difensivo che si attiva per dominare la sofferenza; è anche vero che in ogni età, la vulnerabilità può essere accolta, affrontata e ricondotta alla funzione autoformativa del “sentire”, importante anche per il sapersi prendere cura di sé e degli altri. Questo porta a una maggiore consapevolezza psicologica e affettiva della mortalità.

In conclusione siamo tutti vulnerabili, fatti di paure, ansie, angosce, preoccupazioni ed esperienze diverse, secondo le quali ognuno di noi associa connotazioni diverse alla realtà circostante, e quindi anche alla morte. Perciò possiamo esserne consapevoli, come possiamo averne  un rifiuto,ma ciò che è sicuro è che di fronte alla mortalità siamo tutti uguali.. non possiamo sottrarci, quindi tanto vale iniziare a prendere consapevolezza del fatto che un giorno dovremo morire comunque e vivere al meglio i nostri giorni. 

Taverna Esmeralda, 2A Scum 2019/2020 

 

Motto

Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre.

 

 

Immagine

La mano rappresenta la morte che tiene, per così dire, i fili della vita. Infatti, si può vedere che il cuore viene prosciugato lentamente della sua forma, della sua vitalità; indica il passare del tempo, dei giorni, degli anni e quindi l’avvicinarsi poco a poco al nostro destino.