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Il fu Mattia Pascal


Gli studenti immaginano che Il fu Mattia Pascal di L. Pirandello venga recensito da Gabriele D’Annunzio per una rivista del tempo.

 

“Il fu Mattia Pascal”: un buon romanzo di Pirandello. Buono per chi non sa leggere.

Al giorno d’oggi, nel 1904, la storiella di un bibliotecario che fugge dalla sua vita insignificante, grazie all’imprevista fortuna di essere stato scambiato per morto, non incanta più nessuno. Gli uomini d’oggi sono forti, sicuri di sé, volitivi e di certo non possono essere ritenuti tanto incapaci da preferire un’altra vita alla loro, tanto più se vincono al casinò di Montecarlo. Perché dovete sapere, cari lettori, che il protagonista di questo libretto sceglie in sordina e un po’ codardamente di godersi i propri soldi, ma, essendo psicologicamente instabile, dopo una serie di peripezie che non vi elenco per lasciarvi apprezzare a pieno il romanzo, finisce per rinunciare anche alla nuova vita.

Quindi, caro Luigi, la tua storia è pura fantasia. E la Roma grigia e corrotta che descrivi non mi aiuta a cambiare idea, anzi. Io ci sono stato, ed è una città bellissima, ricca di forme, di colori e di sfarzo.

E poi potremmo parlare anche dello stile sciatto di questo romanzetto, di un lessico banale e non appropriato, di una scrittura senza qualità.

Infine, come se non bastasse, a lettura ultimata emerge un messaggio sgradevole, quale è quello dell’esclusione dalla vita a causa della perdita di identità, anche se reso abilmente, attraverso lo straniamento, da Luigi. Certamente io non avrei mai creato un personaggio così disgregato e debole: ad esempio il mio Andrea Sperelli è un uomo egocentrico, virile e dal carattere deciso.

Concludo difendendomi dai critici che leggeranno queste mie righe. E’ vero, Mattia Pascal assomiglia ad alcuni miei personaggi in quanto anche loro hanno conosciuto un epilogo fallimentare, ma c’è una grande differenza: infatti essi hanno vissuto e trasmettono il desiderio di ricercare il piacere ed il potere, talvolta dimostrando la loro forza con la violenza; Mattia Pascal induce, invece, al suicidio.

Gabriele D’Annunzio

 

Scritto da Elena Caminotto, Silvia Cassola, Nicolò La Rocca, Matteo Mora, Stefano Poggi della 5C Sc 2019/2020