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Protocollo Accoglienza Alunni con Bisogni Educativi Speciali

Allegato 6

 

Dare accoglienza agli alunni con Bisogni Educativi Speciali (alunni con disabilità e alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento ), vuol dire fare in modo che essi facciano parte a tutti gli effetti del contesto scolastico, assieme agli altri studenti, alla pari degli altri, senza disparità alcuna; ovvero significa assicurare a tutti il diritto allo studio e al successo scolastico e formativo.

In tale prospettiva è necessario da parte della scuola non solo un impegno forte di conoscenza e di valorizzazione della realtà personale, umana, sociale e familiare degli alunni con Bisogni Educativi Speciali ma anche e soprattutto un impegno di promozione della loro formazione attraverso la realizzazione di un'organizzazione educativa e didattica personalizzata rispetto agli obiettivi, ai percorsi formativi e alle strategie didattiche.

E' importante che la scuola conosca, e dia il giusto peso alle reali capacità cognitive del singolo alunno, i suoi punti di forza e le sue potenzialità, e su questo progetti un percorso di lavoro consapevole ed efficace: il Piano Educativo Individualizzato (PEI) per gli alunni con disabilità e il Piano Didattico Personalizzato (PDP) per gli alunni con D.S.A. Questo documento vuole essere una guida all'accoglienza, all'integrazione e all'inclusione degli alunni con bisogni educativi speciali all'interno della nostra scuola, con particolare riferimento agli allievi che presentino disturbi specifici di apprendimento, per i quali le differenti modalità di acquisire ed elaborare informazioni e i personali ritmi e stili di apprendimento rendono necessario un lavoro individualizzato e la progettazione di interventi eazionimirate, attivando tutte le risorse possibili. In particolare, in questoprotocollo:

a)    si trovano i principi, i criteri e le indicazioni riguardanti le procedure per un inserimento ottimale degli alunni con BES (comefare)

b)     vengono definiti i compiti e i ruoli delle varie figure operanti all'interno dell'Istituzione scolastica (chi fa cosa)

c)     traccia le linee delle possibili fasi dell'accoglienza e delle attività di facilitazione per l'apprendimento (successione)

d)    costituisce uno strumento di lavoro e pertanto verrà integrato e rivisitato periodicamente, sulla base delle esperienze realizzate. (monitoraggi eobiettivi)

L'adozione del Protocollo di accoglienza consente di attuare in modo operativo le indicazioni normative contenute nella nuova Legge n.170 dell'8 ottobre 2010 e successiva normativa ministeriale di riferimento relativa agli alunni con Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA). Il documento si propone di:

-  definire pratiche condivise da tutto il personale all'interno della nostrascuola;

-  facilitarel'ingressoascuolaesostenereglialunninellafasediadattamentoalnuovoambiente;

-  promuovere iniziative di comunicazione e di collaborazione tra scuola, famiglia ed Enti territoriali (Comune, ASL, Cooperative, Enti diformazione);

Il Protocollo di Accoglienza delinea prassi condivise di carattere:

amministrativo e burocratico: acquisizione della documentazione necessaria e verifica della completezza del fascicolopersonale

comunicativo e relazionale: prima conoscenza dell'alunno e sua accoglienza all'interno della nuova scuola con incontri ed attività programmati (incontri con le famiglie, Consigli diclasse, Commissioni di lavoro, ...)

-    educativo - didattico: formazione delle classi e assegnazione personalizzata alla classe, coinvolgimento del Consiglio di classe e dei genitori, predisposizione di percorsi individualizzati e personalizzati                                                               NORMATIVA DI RIFERIMENTO IN MATERIA

Normativa di riferimento in materia di DSA

Questo protocollo, che farà parte del PTOF, è stato redatto nel rispetto della normativa vigente di cui si elencano di seguito i principali riferimenti:

-  DPR 275/99 "Regolamento recante norme in materia di autonomia delle IstituzioniScolastiche"

-  Nota MIUR 4099/A4 del 5.10.04 "Iniziative relative alladislessia"

-  Nota MIUR 26/A4 del 5.01.05 "Iniziative relative alladislessia"

- Nota MIUR 1.03.2005 prot. 1787

-  OM n° 26 del 15.03.2007 "Istruzioni e modalità organizzative ed operative per lo svolgimento degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore nelle scuole statali e non statali. Anno scolastico 2006/2007"

- CM 10.05.2007, prot. 4674

-  CM n° 28 del 15.03.2007 "Esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione nelle scuole statali e paritarie per l'anno scolastico2006-2007"

-  Nota MPI 4600 del 10 maggio 2007 "Circolare n. 28 del 15 marzo 2007 sull'esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione nelle scuole statali e paritarie per l'anno scolastico 20062007 -precisazioni"

-  Nota MPI 4674 del 10 maggio 2007 "Disturbi di apprendimento - Indicazionioperative"

-  Indicazioni per il curricolo per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo dell'istruzione. D.M. 31/07/2007

-  C.M. n 50 - maggio 2009 Anno scolastico 2008/2009 - Nota MIUR n. 5744 del 28 maggio 2009 Esami di Stato per gli studenti affetti da disturbi specifici diapprendimento.

- Legge 169/2008

conversione DL 137/08 Art. 3 co. 5 sulla valutazione dei DSA

- DPR N. 122 del 2009 - ART.10 - Regolamento sulla Valutazione

-  Legge8ottobre2010n.170Nuovenormeinmateriadidisturbispecificidiapprendimentoinambitoscolastico.

-  Decreto attuativo n.5669 del 12 luglio 2011 e linee guidaallegate

-    Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012 Strumenti d'intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l'inclusionescolastica

-  C.M. n.8 del 6 marzo2013

- Decreto legislativo n. 66/2017

 

Alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento

I disturbi specifici di apprendimento (DSA) sono fragilità di natura neurobiologica e pertanto non possono essere risolti, ma sensibilmente ridotti (compensazione del disturbo).Tra questi si possono distinguere:

-  la dislessia evolutiva, un disturbo settoriale dell'abilità dilettura;

-  la disortografia , intesa come difficoltà a rispettare le regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto;

-  la disgrafia , la difficoltà a produrre una grafiadecifrabile;

-  la discalculia ossia il deficit del sistema di elaborazione dei numeri e/o delcalcolo.

A questi possono associarsi disturbi specifici del linguaggio (disnomia) e quelli legati alla funzione motoria (disprassia).

La presenza di uno o più disturbi si evince dalla diagnosi redatta dallo specialista. La scuola attiverà il Protocollo previsto per alunni con disturbi specifici di apprendimento ogni qualvolta entrerà in possesso della suddetta diagnosi. In particolare perseguirà le seguenti finalità:

-  garantire il diritto all'istruzione e i necessarisupporti;

-  favorire il successo scolastico e prevenire blocchi nell'apprendimento agevolandone la piena integrazione sociale e culturale;

-  ridurre i disagi formativi edemozionali.

La famiglia sarà invitata a collaborare con la scuola al fine di perseguire un armonico sviluppo psico-fisico del proprio figlio/a attraverso la definizione di un Piano Didattico Personalizzato condiviso.

In modo commisurato alle necessità individuali e al livello di complessità del disturbo, per i suddetti

alunni, verrà garantito l'utilizzo di strumenti compensativi cioè tutti quegli strumenti che consentono di evitare l'insuccesso scolastico a causa delle difficoltà dovute al disturbo e l'applicazione di misure dispensative ovvero quegli adattamenti delle prestazioni che permettono all'alunno una positiva partecipazione alla vita scolastica. La Nota Ministeriale n. 4099 del 5 ottobre 2004 indica quali strumenti compensativi essenziali:

  • Calcolatrice
  • Mappe concettuali, formulari,tabelle
  • Registratore
  • Computer con programmi di video-scrittura con correttore ortografico e sintesi vocale. Per gli strumenti dispensativi, valutando l'entità e il profilo della difficoltà, in ogni singolo caso, si ritiene essenziale tener conto dei seguentipunti:
  • Dispensa dalla lettura ad altavoce.
  • Dispensa, ove necessario, dallo studio della lingua straniera in formascritta.
  • Programmazione di tempi più lunghi per prove scritte e per lo studio acasa.
  • Organizzazione di interrogazioniprogrammate.
  • Valutazione delle prove scritte e orali con modalità che tengano conto del contenuto e non dellaforma.

Ulteriori strumenti possono essere utilizzati durante il percorso scolastico, in base alle fasi di sviluppo dello studente ed ai risultati acquisiti

Tali strumenti e misure vanno utilizzati costantemente in tutti i gradi di scuola; è indispensabile, quindi, che il Piano Didattico Personalizzato accompagni l'alunno in tutto il suo iter scolastico. In sintesi, il PDP viene introdotto dalla diagnosi dello specialista a cui fanno seguito le osservazioni/considerazioni dei docenti del Consiglio di Classe e della famiglia. Di seguito verranno considerate le caratteristiche del processo di apprendimento e verrà valutata la consapevolezza da parte dell'alunno del proprio modo di apprendere, dopodiché si metteranno in atto le strategie metodologiche e didattiche opportune.

"La valutazione e la verifica degli apprendimenti, comprese quelle effettuate in sede di esame conclusivo dei cicli, devono tener conto delle specifiche situazioni soggettive di tali alunni; a tali fini,nello svolgimento dell'attività didattica e delle prove di esame, sono adottati, nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente, gli strumenti metodologici - didattici compensativi e dispensativi ritenuti più idonei. Nel diploma finale rilasciato al termine degli esami non viene fatta menzione delle modalità di svolgimento e della differenziazione delle prove". (art.10 del D.L. n.122 del 22 giugno 2009)

 

Fasi dell'accoglienza 

  1. ISCRIZIONE E RACCOLTA DOCUMENTAZIONE

Soggetti coinvolti:  segreteria alunni, alunno, famiglia, referente DSA, Dirigente Scolastico.

Il primo contatto avviene attraverso la richiesta di iscrizione alla segreteria scolastica alla quale deve essere presentata la certificazione di alunno con DSA da parte di un medico specialista dell'ASL o privato.

Scadenza: secondo i termini di legge.

 

  1. PRIMA ACCOGLIENZA E COLLOQUIO PRELIMINARE DEI GENITORI DEGLI ALUNNI CON DSA.

Soggetti coinvolti: Dirigente Scolastico, referente DSA, famiglia.

Il Dirigente Scolastico e/o il referente DSA effettuano un colloquio con i genitori ed eventualmente, se la famiglia lo ritiene opportuno, con l'alunno. Obiettivo del colloquio con i genitori

  • dare informazioni sulle figure di riferimento e le modalità didattiche e DSA presenti nella scuola.
  • Raccogliere informazioni sul percorso scolastico e personale dell'alunno e le modalità di apprendimento.
  • Se possibile raccogliere informazioni sulle figure di riferimento nel ciclo scolastico precedente in modo da agevolare la continuitàdidattica.

Obiettivo del colloquio con l’alunno

Rilevare

  • la consapevolezza deldisturbo
  • l'accettazione o rifiuto a rendere manifesto ildisturbo
  • la disponibilità all'utilizzo in classe degli strumenticompensativi.

Durante questo colloquio i referenti renderanno esplicito ai genitori quali strumenti dispensativi o compensativi la scuola adotta e quali eventuali ulteriori progetti propone, chiederanno, inoltre, il permesso di poter contattare lo specialista che ha redatto la certificazione per ottenere ulteriori informazioni. Scadenza: Entro il primo mese di scuola

 

  1. DETERMINAZIONE DELLA CLASSE E PRESENTAZIONE DEL CASO AL CONSIGLIO DI CLASSE.

Soggetti coinvolti: Dirigente Scolastico, referente DSA, commissione composizioni classi.

In questa occasione i soggetti coinvolti valuteranno quale sezione si ritenga più opportuna per l'alunno tenendo in considerazione come motivazioni favorevoliall'apprendimento:

  • un numero di alunniridotto
  • presenza di un altro alunno conDSA.

Nel passaggio dal biennio al triennio sarà di estrema importanza il trasferimento di tutte le informazioni al nuovo Consiglio di classe.

Non appena definite le classi, i coordinatori interessati dovranno essere informati circa

l'inserimento dell'alunno con DSA, e andrà organizzata una riunione del Consiglio di classe, allargato alla famiglia e allo specialista che ha in carico l'alunno stesso. Scadenza: normalmente entro la fine di ottobre.

 

  1. INSERIMENTO IN  CLASSE  E COINVOLGIMENTO DEL  CONSIGLIO   DI   CLASSE.

    Soggetti coinvolti: Coordinatore  di  classe, referente  DSA  ed eventualmente  specialista.

Il coordinatore di classe e il referente DSA devono preparare il consiglio di classe sull'argomento:

  • fornendo adeguate informazioni sui Disturbi Specifici diApprendimento.
  • fornendo ai docenti materiale informativoadeguato
  • presentando le eventuali strategie didattiche alternative, gli strumenti dispensativi e compensativi.
  • fornendo indicazioni sulla compilazione del Piano Educativo Personalizzato.

Scadenza: primo consiglio di classe dell'anno scolastico in corso.

Nella prima fase dell'anno scolastico, il referente per i DSA offrirà al Consiglio di

classe un supporto generale per la definizione delle strategie più adeguate da adottare.

 

  1. PATTO FORMATIVO CON LA FAMIGLIA

Una volta concordate le strategie didattiche che si ritengono più opportune per l'apprendimento e il benessere dell'alunno con DSA, operazione che richiede un periodo di osservazione dell'alunno da parte degli insegnanti, i singoli docenti contribuiranno alla stesura del Piano Didattico Personalizzato. Ogni docente, sulla base delle caratteristiche funzionali dello studente, compilerà autonomamente il P.D. P., che andrà consegnato al coordinatore di classe, il quale completerà il documento.

Il documento completo sarà custodito nel fascicolo riservato dello studente, e una copia andrà alla famiglia.

Scadenza: entro due mesi dall'inizio dell'a.s.

 

  1. PROCEDURA DA SEGUIRE IN CASO SOSPETTO DI DSA

Nel caso in cui un docente sospetti che un suo alunno possa essere affetto da DSA, dovrà informare il coordinatore e il referente DSA. I passi successivi prevedranno:

  1. eventuale colloquio conl'alunno;
  2. convocazione deigenitori;
  3. indirizzamento della famiglia all'ASL dicompetenza.

 

7. PROCEDURA DA SEGUIRE NEI CASI DI BES DI ALTRO TIPO.

Nel caso in cui un coordinatore o un altro docente di classe, rilevi che un suo alunno possa rientrare tra i casi di BES,

  1. informerà sia il Docente referente BES della scuola, sia il Dirigente Scolastico consegnando l'apposita scheda di rilevazionecompilataduranteiconsiglidiclassed'inizioanno(ottobre).Ipassisuccessiviprevedranno:
  2. colloquio del coordinatore con i genitori per raccolta di maggiori informazioni con eventuale richiesta di dichiarazioni redatte dai medici specialistici, assistenti socialiecc

Presa in carico del caso di BES da parte del Consiglio di classe, che nella successiva riunione (generalmente entro il mese di Novembre) compilerà una scheda più dettagliata, personalizzata a seconda del tipo di BES contenente gli interventi da attuare e le modalità da seguire nelle diversediscipline.